Questo weekend è stata uccisa una ragazza di 16 anni a Zurigo. È saltato fuori che a ucciderla è stato un ragazzo che non la conosceva, che le ha sparato usando il fucile dell'esercito (che dopo la scuola reclute si è portato a casa, perchè è così che funziona, olé) e le munizioni dell'esercito (che dopo la scuola reclute si è portato a casa, solo che le aveva rubate).
Adesso mi fanno incazzare due cose. La prima è quella "ovvia", e che è riassunta perfettamente sul Corriere del Ticino di oggi:
Il caso relativo all’uccisione di Francesca da parte di una recluta che ha sottratto la munizione durante il servizio ed ha ucciso volontariamente ma senza motivo apparente sembra costruito apposta per confutare tutte le tesi di chi vuole mantenere l’arma d’ordinanza al domicilio. Esso dimostra infatti che i test psicologici sull’idoneità delle reclute fanno acqua da tutte le parti, che procurarsi la munizione e portarsela a casa è un gioco da ragazzi (tanto vale consegnarla quindi insieme al fucile) e che non è vero che chi vuole suicidarsi o uccidere lo può fare comunque, con o senza l’arma d’ordinanza: avere sottomano un’arma o doversela procurare in caso di un raptus non è la stessa cosa.Appunto. L'avevo già sentito anch'io, che rubare munizioni o quant'altro non è difficile. E l'ho già detto e ripetuto, che tenere l'arma in casa è una cazzata. Ripeto: è vero che chi vuole uccidere magari può farlo lo stesso, ma senza l'arma in casa avrebbe una possibilità in meno di farlo. E questo deve bastare, punto e basta!
Probabilmente ci sono altre ragioni per difendere questa peculiarità svizzera. Ma quelle che vengono comunemente presentate dai difensori dello statu quo non reggono alla prova di questo caso.
La seconda cosa che mi dà fastidio sono i giornali (forse perchè una cosa del genere un po' l'avevo vissuta anch'io). Per fortuna, fatti di questo tipo qui non capitano tutti i giorni, ma adesso che è capitata basta scrivere ogni minima cosa! E chissenefrega! Tra un po' scriveranno che numero di scarpe aveva il tipo che ha sparato, e tutti lì a leggerlo, ma perchè? Non è giusto, non è giusto e non è giusto, sensazionalizzare la morte di una ragazza di 16 anni! Lo 20 Minuten, il "giornale" distribuito gratis alle fermate dei tram di Zurigo, ogni giorno spara in prima pagina qualche foto e qualche aneddoto assolutamente inutile su questa storia. Tra l'altro mi permetto anche di dubitare che le notizie che scrivono siano tutte fondate. Ma basta! Io mi immagino i parenti e gli amici di questa ragazza, che tutti i giorni ne sentono una nuova, che già stanno male per conto loro, e si vedono la storia rinfacciata ogni volta che si guardano in giro.
Che nervi!