10 aprile 2006

L'utopia del pacifismo

Vorrei tornare a quel giorno di seconda liceo in cui abbiamo dovuto scrivere un tema intitolato "L'utopia del pacifismo". Se potessi riscriverlo, come prima cosa cercherei la parola "utopia" sul vocabolario, e troverei che significa "ideale irrealizzabile, progetto che non può avere un’attuazione pratica".
E quindi lo scriverei diversamente da come l'avevo scritto sei anni fa, il tema.
Sono ancora convinta di molte cose che avevo scritto, e l'idea di fondo è sempre la stessa, cioè che non c'è la pace perchè non ne siamo capaci. Ma allora continuavo sostenendo che, dato che non siamo capaci di vivere in pace, il pacifismo è un "ideale irrealizzabile". Adesso non sono più di quest'opinione: se non siamo capaci di fare la pace è solo perchè non ne abbiamo voglia, e quindi questo ideale non è più irrealizzabile. Si deve solo trovare la voglia. Di fare cosa? Di perdere qualcosa che abbiamo guadagnato, se questo serve a migliorare la situazione generale. Di rinunciare a volere sempre più di quello che si necessita, di accontentarci di quello che abbiamo, perchè il necessario, noi, ce l'abbiamo eccome, e spesso in modo assolutamente immeritato.
Cos'ha fatto in più il bambino che sta nascendo adesso all'Ospedale Civico, rispetto alla bambina che sta nascendo in una catapecchia nell'Africa più povera? Non ha fatto niente, è solo decisamente più fortunato. D'accordo, i suoi genitori hanno lavorato sodo per potergli dare tutto quello che gli daranno. Magari i genitori della bambina africana vorrebbero tanto lavorare e guadagnare dei soldi anche loro.
È di questo che ci si deve rendere conto.
Che noi singolarmente non abbiamo fatto niente per meritarci di stare così bene in confronto a tanta, troppa gente. Siamo solo stati molto, molto fortunati. E la cosa più ingiusta che si può fare è far pesare questa fortuna. Il problema è che è esattamente quello che facciamo. Oh, se lo facciamo. Un operaio polacco non può farci niente se è nato in Polonia, sta peggio di noi e gli piacerebbe tanto poter vivere in Svizzera e guadagnare bene. Non abbiamo il diritto di sentirci superiori e quindi di non lasciarlo lavorare dove vuole, semplicemente perchè questo diritto non ce lo meritiamo.
Dobbiamo essere meno egoisti. Molto meno egoisti.
Se tutti cercassero di migliorare la situazione, la situazione si potrebbe migliorare di parecchio. Se rinunciassimo ai progressi tecnologici assolutamente inutili che avremo durante il prossimo anno, e impiegassimo questo tempo e i soldi che sarebbero stati investiti per aiutare i paesi più poveri a progredire, il divario sarebbe già un po' più piccolo. Continuando così, insegnando (e non imponendo!) come costruire scuole, ospedali, insegnando l'igiene, a leggere e a scrivere a tutti coloro che adesso non se lo possono permettere, certo ci vorrebbe del tempo, ma alla fine ognuno avrebbe l'opportunità prima di tutto di avere una speranza di vita superiore ai 30 anni, e in secondo luogo di decidere cosa fare della propria vita. Proprio come noi adesso, che possiamo fare praticamente tutto quello che vogliamo, perchè siamo nati qui e non lì.
Basta poco per cominciare. Ma si deve cominciare subito. Far capire ai "nostri" bambini che sono fortunati e che costa poco aiutare chi lo è di meno. Che rinunciare a un videogioco per loro non è un grande sforzo, ma che così facendo possono aiutare ad andare a scuola dieci bambini per un anno. Dieci bambini che saranno loro grati, e che quando potranno aiuteranno a loro volta.
Si tratta solo di non essere egoisti. Almeno, di esserlo un po' meno. Non ci vuole tanto. Si deve solo rendersene conto. In questo modo il pacifismo non è utopia. Se tutti davvero volessero fare qualcosa per permettere a tutti di avere le stesse opportunità, questo non sarebbe impossibile. Ma siamo troppo egoisti. Dovremmo fare in modo che tutti se ne rendano conto. Poi, se tutti fossimo convinti che siamo troppo egoisti, la conseguenza logica sarebbe che cercheremmo di cambiare, e quindi di aiutare. Ma non so come fare, a far capire quanto siamo egoisti.

2 commenti:

Anonimo ha detto...

Mi sembra che il titolo e il testo sono un po' distanti: il titolo parla di pacifismo, invece il testo, dopo le prime 15 righe parla di 'altruismo fra nazioni ricche e povere'.
Non mi sembra che gli attuali conflitti sono causati solo dai paesi 'ricchi' e dal loro egoismo.
A mio avviso la pace dovrebbe essere considerata indipendente dal benessere individuale.
Il fatto che molti paesi non stanno bene materialmente dovrebbe obbligare moralmente i paesi più ricchi ad aiutare quelli più poveri.
D'altra parte possiamo solo cercare di aiutarli, perchè non abbiamo nessuna garanzia che il sistema dei paesi più ricchi sia migliore.
Diciamo che il sistema dei paesi ricchi, a corto termine sembra meglio.
Questa insicurezza sulla qualità dell' 'aiuto' comunque non dovrebbe implicare l'assenza di aiuti.
Sono più o meno daccordo su tutto ciò che dice il testo (a parte la confusione tra pacifismo e altruismo, presente anche nelle conclusioni).
In ultimo vorrei condividere un'osservazione un po' bizzarra.
Nel corso della storia, gli uomini Homo Sapiens Sapiens cominciarono a popolare il globo partendo dall'Africa, un continente ideale dato che era ricco e caldo.
Un piccolo numero di altri uomini Sapiens Sapiens, però, inspiegabilmente (per me) andarono a vivere in Europa è vissero in povertà e violenza per periodi molto lunghi (penso proprio come adesso in Africa). Nessuna delle civiltà del sud li aiutò.
Ciononostante questi popoli del nord, a distanza di cinquantamila anni, hanno prevalso sul globo (ovviamente è discutibile la loro moralità) usando l'ingegno.
Si dice che la storia si ripete.
Vorrebbe dire che il sud prima o poi dominerà di nuovo...e noi avremmo bisogno del loro aiuto.
Se li aiutiamo forse non progrediranno quanto hanno fatto i popoli del nord (che non avevano aiuti esterni).
Questo mi fa pensare che sono miope, non mi sono chiari gli effetti a lungo termine delle azioni compiute adesso.
Si può solo aiutare e sperare che gli aiuti siano veramente tali.

nicla ha detto...

Hai ragione, ho confuso non poco pacifismo e altruismo... probabilmente perchè nella mia testa pace non significa solo "non-guerra", ma uno stato in cui tutti stiano bene (nel senso che abbiano da mangiare e la possibilità di andare a scuola fino a quando vogliono), e questo stato si può raggiungere esclusivamente con l'altruismo. Resta quindi il problema di "sconfiggere" l'egoismo!